Ogni storia Kamishibai ha la sua fine

Ogni storia Kamishibai ha la sua fine

Chi racconta lo sa: il modo in cui chiudi una storia è importante tanto quanto l’inizio.
Nel Kamishibai, la chiusura non è un dettaglio: è un rituale narrativo, un ponte tra il mondo della fantasia e il ritorno alla realtà.

Perché usare formule di chiusura nel Kamishibai?

Quando racconto una storia Kamishibai, uso una formula di chiusura. Non è sempre la stessa, ma ogni volta ha un ruolo preciso: aiuta i bambini a riconoscere la fine del viaggio narrativo, a rientrare dolcemente nel presente, e a portare via qualcosa nel cuore.

Oggi, ad esempio, ho usato questa:

“Gira la carta, il viaggio è compiuto, vi faccio un inchino ed un grande saluto.”

Ogni storia Kamishibai ha la sua fine, come salutare al termine di una storia kamishibai

Ogni narratore ha la sua (o le sue)

E tu? Hai una tua formula magica per chiudere le storie?
Che tu sia educatore, insegnante, genitore o narratore, trovare il tuo “modo di salutare” può fare la differenza: crea riconoscibilità, coinvolge emotivamente, e lascia un ricordo chiaro e affettuoso.

Come scegliere una formula di chiusura

Ecco alcuni suggerimenti:

  • Scegli parole in rima o in ritmo

  • Accompagna la voce con un gesto, un suono o una musica

  • Usa sempre lo stesso tono emotivo: rassicurante, teatrale, magico

  • Personalizzala: deve rispecchiare il tuo stile

Hai provato anche tu?

Hai mai usato una formula per chiudere le storie Kamishibai?
Hai una rima del cuore o un saluto teatrale che funziona con i tuoi bambini? Scrivimelo nei commenti, mi fa piacere conoscere le abitudini degli altri narratori!

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